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Calcio. Serie B

Il Padova saluta il 2025: l'anno della liberazione

Il resoconto di ciò che è stato fino ad arrivare all'oggi e al futuro

Padova, Matteo Andreoletti: l'uomo che ha dato sostanza ai sogni

Matteo Andreoletti foto @Davide Boggian

È un'impresa assai ardua riassumere in poche righe quanto sia stato sensazionale il 2025 del Padova. Non si può non partire dal 25 aprile, il giorno della liberazione per l'Italia, ma che ha tolto le catene anche alla squadra veneta. Dopo sei anni di grande sofferenza la Serie C è stata dimenticata nel pomeriggio di Lumezzane: sole e pioggia si sono alternate, per poi lasciare spazio alla luce al fischio finale. Fu un tripudio.

E così la Serie B è tornata nella città del Santo e lo ha fatto, tra l'altro, in grande stile. Il comune denominatore di un percorso che nasce nell'estate del 2024 ha un nome e un cognome: mister Matteo Andreoletti. Dal momento della sua scelta, un'intuizione del Ds Mirabelli, l'universo patavino è stato stravolto. Tre momenti riassumono il lavoro enorme che è stato fatto da un tecnico che fino a 4 anni fa era nei dilettanti e che contro la Sampdoria ci giocava solamente a Football Manager (parole sue).

Padova, Matteo Andreoletti: l'uomo che ha dato sostanza ai sogni

L'allenatore del Padova, Matteo Andreoletti, si racconta dopo la stagione che ha portato i biancoscudati in Serie B. Ecco sogni, segreti e progetti futuri del tecnico lombardo.

Padova-Trento è la prima giornata della passata stagione e allo stadio Euganeo sono 1160 i presenti; la contestazione verso la squadra è forte con una piazza delusa dai fallimenti del passato. Finirà 3-0 e sarà il primo passo di un campionato trionfale.

Come anticipato in precedenza, poi c'è il momento dei momenti, la trasferta di Lumezzane, che corona il sogno biancoscudato. Un campionato vinto all'ultimo atto ai danni dei rivali del Vicenza, dopo un drammatico sorpasso e controsorpasso nel finale.

Padova, sei Bellissima: la Serie B è tua

Il Padova torna in Serie B. Alla fine di un lungo cammino che ha visto uno scontro epico contro i rivali del Vicenza la squadra di Andreoletti ce l'ha fatta. Ecco il racconto di un percorso da record.

Infine, il recente incontro contro la Sampdoria (1-1) riassume simbolicamente il gigantesco passo fatto in avanti. Il Padova, infatti, gioca davanti a uno stadio tutto esaurito (8300 spettatori) contro un avversario di enorme blasone. Il pomeriggio dell'Euganeo regala uno spettacolo meraviglioso, con una tribuna Fattori in grande spolvero, bella, rumorosa e colorata. Non sono da meno i 1300 doriani. Una festa dello sport. Ma è il campo, oltre al tifo, a dare voce al "miracolo andreolettiano". I biancoscudati, a ridosso della pausa natalizia, escono dal campo con il piccolo rammarico di non aver ottenuto i tre punti che avrebbero significato zona play-off. La squadra gioca bene, ha una chiara identità e soprattutto ha un cuore grande così.

In più, ciliegina sulla torta, il numero 10 della squadra con la fascia di capitano al braccio abbandona il terreno di gioco accompagnato da una standing ovation da brividi. Tutto lo stadio è in piedi per il Papu Gomez, il campione più grande che abbia vestito questa maglia nel ventunesimo secolo. Padova lo sa e ne riconosce la caratura dandogli in cambio amore incondizionato.

Ora spazio a una nuova era. Il patron Joseph Oughourlian lascerà il club dopo aver compiuto la sua missione, almeno per quanto riguarda il campo. Il 2026 significherà Padova ai padovani, con Alessandro Banzato in pole position per guidare le fila societarie. L'obiettivo sarà quello di mantenere una categoria faticosamente ottenuta e dare una progettualità a una squadra che, insieme al suo allenatore, rappresenta un patrimonio che dopo quanto costruito non può essere depauperato.

Stefano Parpajola

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