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Quanto ci costa una transizione energetica in ritardo?

Gli esperti concordano: “Ogni rinvio ha pesanti conseguenze”

Padova riduce le emissioni del 10,8% in due anni: la città accelera verso la neutralità climatica

Foto di repertorio

“Il rinvio o l’annacquamento delle politiche climatiche rischia di ritardare non soltanto l’azione di riduzione delle emissioni di gas serra, con pesanti conseguenze sulle infrastrutture e sul benessere dei cittadini, ma anche la trasformazione industriale necessaria perché il Paese resti competitivo”, ha sottolineato Carraro, professore di Economia Ambientale ed ex rettore di Ca’ Foscari, offrendo una panoramica sullo stato attuale del processo di transizione nel corso dell’incontro “Quanto ci costa una transizione energetica in ritardo?”, organizzato dal Centro studi di economia e tecnica dell’energia “Giorgio Levi Cases” dell’Università di Padova.

Maurizio Delfanti, docente del Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano, ha illustrato invece il caso studio della Sardegna, spiegando che “il ritardo nella transizione energetica comporta costi economici, sociali, ambientali e sanitari significativi”.

L’economista della Banca d’Italia Luciano Lavecchia ha presentato un’analisi basata sugli scenari dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) e del Network for Greening the Financial System (NGFS), evidenziando come gli investimenti necessari per la transizione potranno generare benefici superiori ai costi. Lavecchia ha richiamato anche l’importanza di un’informazione trasparente e di politiche di sostegno per garantire una “transizione giusta”, capace di non lasciare indietro le fasce più vulnerabili.

Nel corso dell’incontro, l’associazione Catharsis ha presentato i risultati di un sondaggio condotto tra oltre cento studenti, in gran parte iscritti a corsi di area STEM e con un’età media di 24 anni. “Gli studenti riconoscono l’urgenza della crisi climatica e chiedono azioni concrete – ha dichiarato Andrea Giuliano di Catharsis – ma molti ammettono di faticare a cambiare con la stessa rapidità che richiedono a governi e aziende. La transizione ecologica richiede scelte coraggiose da chi governa, produce e consuma ogni giorno”.

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