Guarda al futuro ma dialoga con il passato: questo il fil rouge della nuova produzione dell’Aida di Giuseppe Verdi che venerdì 16 giugno alle 21 aprirà la centesima edizione dell’Arena di Verona Opera Festival, in diretta mondovisione su RAI 1, condotto da Milly Carlucci e con la partecipazione straordinaria di Alberto Angela e Luca Zingaretti.La regia è affidata a Stefano Poda, che cura ogni dettaglio della produzione firmandone anche scene, costumi, luci e coreografie. Lo spettatore scorgerà, negli spazi dell'anfiteatro romano, piramidi trasparenti e architetture di luci, evocando un'Aida tecnologica ma intimista al tempo stesso. Protagonista la star Anna Netrebko nel ruolo del titolo, affiancata dal tenore Yusif Eyvazov nei panni di Radamès, diretti dall’esperta bacchetta di Marco Armiliato. Insieme a loro sono impegnati Olesya Petrova nella parte di Amneris, Roman Burdenko come Amonasro e Michele Pertusi come Ramfis. Descrivendo il suo spettacolo, Poda spiega che «il pubblico si troverà davanti a una grande installazione: il moderno non è una rincorsa all'attualità, bensì un salto al futuro. Il patrimonio dell'antico Egitto diventa quello del genio di Verdi, che si trasforma in un tesoro tutto italiano rappresentato in una cattedrale laica, un luogo sacro e millenario pronto a raccogliere tutte le migliori energie dell'Italia». La visione poetica di Poda restituirà un’Aida fortemente innovativa rispetto alle tradizionali messinscene nell’anfiteatro veronese. «Il palcoscenico sarà un piccolo universo carico di mille esperienze – commenta ancora il regista – sarà tecnologico, dinamico, cangiante, sorprendente… ma allo stesso tempo l'ambizione è quella di sviluppare un viaggio riconoscibile, familiare, a misura d'uomo: un viaggio dantesco, da un mondo in conflitto a una storia intimista. Conciliare questi due lati, grandiosità e intimità, è la sfida nell’affrontare un titolo come Aida». L’ Aida prenderà forma sul palcoscenico con oltre 400 volti – tra solisti, coro, danzatori e mimi – che indosseranno abiti ispirati a Paco Rabanne e a Capucci.
L'interno dell'Arena di Verona.
Le novità del Festival 2023
Oltre al nuovo allestimento di Aida, dopo oltre vent’anni il Festival presenta anche una seconda nuova produzione in cartellone. È il pluripremiato attore e regista Antonio Albanese a firmare l’inedito Rigoletto verdiano, in scena a partire da sabato 1° luglio per quattro serate. Lo spettacolo segna il debutto alla regia in anfiteatro di Albanese, che rilegge l’opera omaggiando il grande cinema neorealista italiano degli anni ‘50. Il pubblico potrà poi rivivere sei produzioni che hanno segnato la storia del Festival areniano: Il Barbiere di Siviglia di Rossini (dal 24 giugno) e la Tosca di Puccini (dal 29 luglio) con la regia di Hugo de Ana; il colossale Nabucco di Verdi (dal 15 luglio) firmato da Gianfranco de Bosio; Carmen di Bizet (dal 23 giugno), Madama Butterfly di Puccini (dal 12 agosto) e La Traviata di Verdi (dall’8 luglio) secondo Franco Zeffirelli – la sua ultima produzione del celebre capolavoro –, che chiude la centesima edizione del Festival e che vedrà Anna Netrebko dare l'addio al ruolo di Violetta nella serata di sabato 9 settembre. Alla prima e all’ultima recita di Traviata parteciperanno inoltre i primi ballerini scaligeri Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko. Ad arricchire ulteriormente il programma del Festival anche quattro serate di gala e un concerto sinfonico straordinario. All'ormai tradizionale e amatissimo Roberto Bolle and Friends (19 luglio), si aggiungono tre spettacoli costruiti appositamente attorno alla personalità di tre grandi interpreti: Juan Diego Flórez per il suo debutto all'Arena di Verona (23 luglio), Plácido Domingo per l'omaggio al Festival in questa speciale occasione (25 agosto) e Jonas Kaufmann per il suo grande ritorno (20 agosto). Per la prima volta sul palco dell’Arena di Verona, anche l’Orchestra e il Coro del Teatro alla Scala di Milano diretti da Riccardo Chailly (31 agosto). "La nostra città è onorata e orgogliosa di dare avvio al centesimo festival, un punto di arrivo e la celebrazione di ciò che questo anfiteatro è stato fino ad oggi e del suo sodalizio con il mondo della lirica – afferma il sindaco e presidente di Fondazione Arena Damiano Tommasi- Noi vogliamo che sia anche un punto di partenza e che la mondovisione contribuisca a promuovere la manifestazione a livello internazionale oltre che a renderla accessibile a tutti”. “Quello dell’accessibilità– prosegue il sindaco Tommasi - è un percorso su cui stiamo lavorando in modo convinto, già quest’anno aumenteranno i posti per il pubblico con disabilità sensoriali e con difficoltà motorie che verrà ad assistere al festival. Perché il festival deve essere di tutti, e la squadra che lo rende possibile deve scendere in campo coesa, lasciando negli spogliatoi le questioni che nulla hanno a che fare con la grande occasione di raccontarci anche al di fuori del Paese attraverso la lirica e il nostro anfiteatro». “Per inaugurare il Festival numero 100 - dichiara Cecilia Gasdia, Sovrintendente di Fondazione Arena - l’Arena di Verona non poteva che omaggiare il titolo da cui tutto è iniziato nel 1913 per il centenario di Giuseppe Verdi: Aida. Dal 16 giugno, la vedremo in Arena pronta a raccontarsi di nuovo in tutta la sua toccante bellezza: il Ministero della Cultura e Rai ci permettono di portare la prima in tutto il mondo, rendendola raggiungibile gratuitamente a chiunque voglia accostarvisi, e per questo li ringraziamo sinceramente”.
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