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Dazi USA

Dazi americani: la Valpolicella congela le spedizioni di vino verso gli Stati Uniti

Gli importatori temono l’introduzione di tariffe del 200%

Massimago Valpolicella

Un'immagine della Cantina Massimago in Valpolicella

I produttori di vino della Valpolicella si trovano in un'impasse, con centinaia di bottiglie pronte per l’esportazione negli Stati Uniti, ma ferme nelle cantine in attesa di capire se i dazi minacciati dal governo americano verranno effettivamente applicati. La paura è che, se entrassero in vigore, possano far lievitare i prezzi del vino anche del 200%, causando gravi danni all’complexport veronese.

La situazione è di grande incertezza. Mentre le bottiglie sono già state etichettate e i bancali preparati per l’imballaggio, gli importatori statunitensi, preoccupati per il rischio di incorrere in una tassazione salatissima, hanno deciso di bloccare gli ordini. Secondo Piergiovanni Ferrarese, membro di giunta di Confagricoltura Verona e presidente della sezione vino dei Giovani di Confagricoltura, la situazione è critica: “Gli ordini pre-Vinitaly, quelli di gennaio e febbraio, sono quasi tutti fermi. Nonostante le cantine abbiano ricevuto la richiesta di evadere gli ordini, gli importatori sono restii a procedere in un contesto di totale incertezza.”

Se il dazio del 200% dovesse effettivamente essere confermato, i produttori veneti rischiano danni significativi, in particolare per i vini della fascia medio-bassa come il Valpolicella Classico e Superiore, oltre al Ripasso. L’Amarone, destinato a un pubblico più alto, potrebbe risentirne meno, ma il problema rimarrebbe per gli ordini misti, che comprendono vini di diverse tipologie.

L’impatto economico sarebbe devastante per il Veneto, che nel 2023 ha esportato 2,8 miliardi di euro di vino, con gli Stati Uniti che rappresentano il 20% di questo totale, pari a circa 600 milioni di euro. Il mercato della Valpolicella vale da solo circa 700 milioni di euro, con l’11% derivante dall’export verso il mercato americano.

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