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Padova, la città che visse tre volte: un’estate tra le pietre della storia

Dalla leggenda di Antenore alle aule di Galileo, passando per Giotto e il primo teatro anatomico al mondo

Padova, la città che visse tre volte: un’estate tra le pietre della storia

Foto di repertorio

Non tutte le città possono vantare una storia che comincia prima di Roma. Padova, secondo la leggenda, fu fondata da Antenore, eroe troiano in fuga dalla distruzione della sua patria. Che sia mito o realtà, sta di fatto che già mille anni prima di Cristo sulle rive del Bacchiglione sorgeva un centro venetico fiorente, punto nevralgico di scambi tra mare e terraferma.

D’estate, camminare per Padova è come sfogliare un libro di storia a cielo aperto. Basta percorrere via Altinate per imbattersi nei resti della Padova romana: l’anfiteatro, le terme, le strade lastricate. Non lontano, la Cappella degli Scrovegni custodisce uno dei cicli pittorici più rivoluzionari della storia dell’arte: Giotto, all’inizio del Trecento, raccontava il Vangelo con un realismo e una profondità psicologica mai visti prima.

Ma è nel Medioevo e nel Rinascimento che Padova diventa crocevia europeo del pensiero e della scienza. La fondazione dell’Università nel 1222, una delle più antiche del mondo, porta in città menti come Galileo Galilei, che qui insegnò matematica e osservò le stelle da La Specola. Il primo teatro anatomico al mondo, ancora visitabile a Palazzo Bo, segna l’inizio della medicina moderna.

Camminando tra i chiostri del Santo o nei cortili dell’Università, si percepisce il respiro di una città che ha saputo essere religiosa e laica, mistica e razionale, potente e ribelle. A testimoniarlo, anche la storia di una donna straordinaria: Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, prima laureata della storia, a Padova nel 1678.

Ogni pietra della città racconta una fase diversa: romana e monumentale, medievale e spirituale, rinascimentale e innovatrice. D’estate, con le luci calde del tramonto che sfiorano i palazzi storici, Padova invita non solo a vivere il presente, ma anche a perdersi nel fascino del passato, tra basiliche, piazze e vicoli dove la storia non è mai stata davvero sepolta.

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