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Cultura e spettacolo
01.10.2025 - 17:18
Pavarotti e Venezi
«Luciano Pavarotti è stato un innovatore, capace di portare l’opera fuori dai confini dell’élite. Un gigante che, purtroppo, non sempre è stato compreso fino in fondo da certi ambienti musicali». A dirlo è Beatrice Venezi, protagonista ieri sera all’Arena di Verona della grande serata-evento dedicata ai 90 anni dalla nascita del celebre tenore scomparso nel 2007.
Durante la celebrazione, la direttrice d’orchestra ha guidato Andrea Bocelli nell’esecuzione di Di quella pira da Il trovatore. Un momento intenso, che ha rappresentato per Venezi l’occasione di rendere omaggio a Pavarotti non solo come voce straordinaria, ma anche come figura capace di rompere le convenzioni: «Ha infranto le regole del gioco, portando la nostra musica a un pubblico più vasto, popolare. Questo lo trovo profondamente rivoluzionario».
Venezi ha preferito non commentare le recenti polemiche legate alla sua nomina come direttrice musicale della Fenice di Venezia, scegliendo invece di porre l’accento sul valore del lascito culturale di Pavarotti: «È toccante vedere come, a distanza di tanti anni, l’affetto nei suoi confronti resti così vivo. Nicoletta Mantovani sta facendo un lavoro straordinario nel tenere viva questa memoria».
Infine, una riflessione più ampia sul ruolo dell’opera nella società contemporanea: «Vale ancora la pena costruire ponti, trovare linguaggi comuni, per avvicinare il grande pubblico alla musica lirica. Molti si sentono esclusi o intimiditi dal teatro d’opera, e questo è un nodo che parte da lontano, dalla formazione musicale nelle scuole. Ma è un impegno che dobbiamo continuare a portare avanti».
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