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Cronaca

Appalti truccati, maxi-indagine della Finanza di Treviso: 99 denunciati per frode e riciclaggio

Scoperte gare pubbliche irregolari per oltre 10 milioni di euro

GDF Vicenza lab Cinesi 002

Foto di repertorio

Una vasta indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Treviso e condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza ha smascherato un complesso sistema di frode negli appalti pubblici che ha coinvolto 99 persone, tra legali rappresentanti di aziende e funzionari pubblici. Al centro dell’inchiesta, un consorzio con sede operativa a Treviso, già colpito in passato da un’interdittiva antimafia, che ha operato come “impresa ausiliaria” in 40 gare pubbliche irregolari in tutta Italia.

Il meccanismo della truffa

Tra il 2019 e il 2020, il consorzio – in possesso di regolari certificazioni SOA – ha “prestato” i propri requisiti a 40 imprese per permettere loro di partecipare a gare d’appalto, senza però mai contribuire realmente all’esecuzione dei lavori. In cambio, percepiva una provvigione pari al 3% del valore dell'appalto, arrivando a incassare oltre 200mila euro solo da questo schema. Gli appalti aggiudicati con questo metodo “truccato” valgono complessivamente più di 10 milioni di euro.

Grazie a intercettazioni bancarie, perquisizioni e analisi documentali, le Fiamme Gialle hanno ricostruito i flussi di denaro: i fondi illecitamente ottenuti venivano dirottati verso società estere, principalmente in Romania, riconducibili al legale rappresentante del consorzio e alla sua cerchia familiare. Per questa operazione, lo stesso è stato denunciato anche per autoriciclaggio.

Le accuse e le conseguenze

Le 99 persone coinvolte – tra imprenditori e Responsabili Unici del Procedimento (RUP) – sono state segnalate a 35 Procure della Repubblica per turbata libertà degli incanti, e in 14 casi anche alle Corti dei Conti competenti per i danni erariali stimati: 10.306.445 euro, l’intero valore degli appalti assegnati irregolarmente.

«Questa indagine è un esempio concreto dell’impegno quotidiano della Guardia di Finanza per difendere la trasparenza nella Pubblica Amministrazione e proteggere le imprese oneste da dinamiche distorte e spesso inquinate da interessi illeciti», ha commentato il Tenente Colonnello Fabio Leo, comandante del Nucleo trevigiano.

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