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«Trentini Libero»: a Venezia l’appello per il cooperante detenuto in Venezuela

Manifestazione silenziosa sul ponte del Redentore per chiedere il rilascio di Alberto Trentini

«Trentini Libero»: a Venezia l’appello per il cooperante detenuto in Venezuela

Alberto Trentini

In occasione della tradizionale festa del Redentore, Venezia si è fatta portavoce di una battaglia civile e silenziosa: la liberazione di Alberto Trentini, cooperante veneziano da otto mesi detenuto in un carcere alla periferia di Caracas, in Venezuela.

Sabato 19 luglio, il ponte votivo sul Canale della Giudecca si è trasformato in un luogo di protesta pacifica. Circa cinquanta persone, tra amici, attivisti e rappresentanti dell’associazione Articolo 21, si sono riunite in un corteo discreto ma determinato. Con loro anche il comitato “Alberto Trentini Libero”, fondato proprio per sostenere la causa del 37enne arrestato in circostanze ancora poco chiare mentre svolgeva attività di cooperazione internazionale.

Assente, per la prima volta, Armanda Trentini, madre di Alberto, costretta a rinunciare per le elevate temperature.

Beppe Giulietti, giornalista e portavoce di Articolo 21, ha espresso il rammarico per il mancato inserimento di Alberto nell’ultimo gruppo di 24 detenuti rilasciati dalle autorità venezuelane.

La mobilitazione continuerà nei prossimi mesi, in Italia e a livello internazionale, con la speranza che la pressione pubblica possa finalmente smuovere le istituzioni e accendere i riflettori su una vicenda che rischia di finire nell’oblio.

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