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Cronaca
30.07.2025 - 09:18
Gdf
Un sequestro preventivo da 486 mila euro è stato eseguito nei confronti di un noto imprenditore padovano, già finito agli arresti domiciliari nei giorni scorsi, nell’ambito di un’inchiesta su gravi irregolarità nell’utilizzo di fondi pubblici. L'operazione, condotta dalla Guardia di Finanza di Treviso su disposizione d’urgenza della Procura Europea (sede di Venezia), ha colpito sei persone indagate per frodi e malversazioni legate al PNRR e per autoriciclaggio.
Le indagini, coordinate con la SIMEST S.p.A. e con il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie, hanno fatto emergere uno schema fraudolento mirato a ottenere indebiti finanziamenti europei destinati alla transizione digitale delle PMI. Le somme ottenute — secondo quanto accertato — sono state distratte dalle finalità previste e in parte reimpiegate per scopi personali o per saldare debiti pregressi.
Al centro della vicenda, quattro società che, sotto la regia dell’imprenditore indagato, avrebbero falsamente dichiarato di possedere sedi operative nel Mezzogiorno, di godere di una solida struttura finanziaria e di avere progetti già avviati, riuscendo così a incassare la prima tranche dei fondi comunitari. In realtà, nessuna delle condizioni dichiarate corrispondeva al vero: le sedi erano fittizie, i progetti mai partiti, le società già avviate verso la liquidazione.
Una parte dei fondi, circa 183 mila euro, sarebbe poi stata oggetto di autoriciclaggio, aggravando il quadro accusatorio a carico degli indagati.
L’imprenditore — che si autodefiniva “Business Angel” — era già coinvolto in un altro filone investigativo della Procura di Treviso per una presunta associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta e alla sottrazione indebita di circa 1,7 milioni di euro da fondi SIMEST di matrice nazionale.
L’attività investigativa si è sviluppata in diverse province italiane, da Treviso a Venezia, da Padova a Brescia, fino a Barletta-Andria-Trani e Bari. Il comandante del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Treviso, Tenente Colonnello Fabio Leo, ha sottolineato l’importanza della sinergia tra forze investigative e SIMEST per individuare tempestivamente i soggetti a rischio frode.
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