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Cronaca
01.10.2025 - 17:05
Alex Marangon
Si stringe il cerchio attorno al caso della morte di Alex Marangon, il 25enne originario di Marcon (Venezia) deceduto nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2024, durante un rito sciamanico a Vidor, nel Trevigiano. A oltre un anno dai fatti, la Procura ha iscritto quattro persone nel registro degli indagati con l’ipotesi di morte come conseguenza di altro reato.
Le persone sotto inchiesta sono Andrea Zuin e Tatiana Marchetto, presunti organizzatori dell’evento, e due sciamani colombiani, Jhonni Benavides e Sebastian Castillo, che avrebbero condotto la cerimonia durante la quale sarebbero state somministrate sostanze psicoattive vietate in Italia, tra cui l’ayahuasca.
Secondo quanto emerso dalle indagini, Marangon avrebbe partecipato a una sorta di rituale spirituale olistico organizzato in un’abitazione privata o in una struttura isolata, in cui i partecipanti – secondo la ricostruzione investigativa – avrebbero assunto volontariamente una bevanda contenente sostanze psicotrope.
L’ayahuasca, miscela di piante amazzoniche che produce effetti allucinogeni, è vietata in Italia, anche se in alcune culture sudamericane viene impiegata da secoli in cerimonie religiose e di purificazione.
Nella notte del 30 giugno, però, qualcosa è andato storto. Marangon si sarebbe sentito male e avrebbe perso conoscenza. I soccorsi, secondo le prime testimonianze, sarebbero stati allertati con ritardo. Il giovane è morto prima dell’arrivo dei sanitari, in circostanze ancora oggetto di approfondimento da parte degli inquirenti.
Il reato ipotizzato per i quattro indagati è morte come conseguenza di altro reato, una fattispecie che apre la strada a ulteriori accertamenti sulle eventuali responsabilità legate alla somministrazione delle sostanze e alla gestione del contesto rituale.
La Procura, che ha ascoltato testimoni e partecipanti al rito, starebbe cercando di chiarire se i presenti fossero consapevoli della natura e degli effetti delle sostanze somministrate e se vi siano state negligenze nei soccorsi.
La morte di Alex Marangon aveva suscitato profonda commozione e numerose domande in tutta la comunità veneta, non solo per le circostanze misteriose in cui è avvenuta, ma anche per il crescente interesse – spesso non regolamentato – verso pratiche spirituali alternative che sfuggono a controlli sanitari e legali.
Ora, con quattro nomi ufficialmente indagati, il caso entra in una nuova fase giudiziaria che potrebbe fare luce sulle responsabilità individuali e sul quadro complesso in cui si è consumata la tragedia.
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