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EMERGENZA IDRAULICA. CASTELFRANCO 4/4

La protesta degli alluvionati: "O soluzioni a breve, oppure non paghiamo il Consorzio"

Il coordinamento degli alluvionati chiede di poter allagare i campi a nord di Castelfranco

 La protesta degli alluvionati: "O soluzioni a breve, oppure non paghiamo il Consorzio"

Esattamente un anno fa, il 16 maggio, l’Avenale fuoriusciva dai suoi argini, allagando diverse aree del centro di Castelfranco. Un fenomeno replicato poi il 25 giugno e il 23 settembre. Il Comune di Castelfranco, in collaborazione con i consorzi di bonifica e il Genio civile, ha messo in campo una serie di azioni per migliorare la sicurezza idraulica in città. Alcune sono già state attuate, come l’installazione di una barriera prefabbricata in via Avenale o la realizzazione di una quarta paratoia d’emergenza nell’angolo sud-ovest del fossato del castello.

Tuttavia, per i lavori più importanti, che mirano a ridurre drasticamente l’apporto di acqua da nord di Castelfranco prima che raggiunga il centro storico, i tempi sono decisamente più lunghi. Per completare il sistema di casse d’espansione, si parla di un tempo di 5 anni. Un arco cronologico decisamente eccessivo per il coordinamento “Tutela inondazioni”, che rappresenta 250 famiglie castellane, le quali chiedono a gran voce la necessità di realizzare opere per fronteggiare il rischio idrico nel breve e medio periodo.

Il coordinamento suggerisce la possibilità di allagare zone agricole, sia comunali, sia di proprietà di terzi, soprattutto nell’area dei Prai, storicamente soggetta ad allagamenti. “Non è possibile rimanere con i sacchi di sabbia fuori di casa per i prossimi 5 anni. La tutela di buona parte della città sul piano della sicurezza e della sanità merita un’attenzione maggiore rispetto a quella che viene riservata alla tutela ambientale dei campi. I danni economici e sociali sono sproporzionati e gravano solo sulle spalle del cittadino”. E all’interno del coordinamento, c’è già chi pensa ad azioni di protesta: “Se il Consorzio non agisce in tempi rapidi, siamo pronti a non pagare più i contributi di bonifica e di irrigazione”. (l.p.)

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