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Nel corso della sua carriera da giocatore, Jimenez aveva già nella mente un futuro da allenatore. "Ho fatto tutti i corsi, mi piaceva l’idea di provare questa posizione. È un ruolo che comporta molte responsabilità, ma che regala grandi sfide", racconta il tecnico del Petrarca. Alla Lazio si è presentata l'occasione della vita: "Ho vissuto una transizione da giocatore ad allenatore, per un periodo occupavo entrambi i ruoli. Nel 2010 ho iniziato a tutti gli effetti". Dopodiché una parentesi in Nazionale come secondo, dove ha avuto la possibilità di lavorare con giocatori di altissimo livello e di vivere esperienze indimenticabili, come i Mondiali e il Sei Nazioni.
Oggi il tecnico si gode la panchina del Petrarca, portando con sé la sua visione: "Voglio un rugby di intensità e dinamismo. Sono cresciuto in uno sport tradizionale, ma con il tempo mi sono evoluto, incontrando allenatori che mi hanno insegnato tantissimo"- spiega il coach-, come gruppo ci siamo ridimensionati a livello numerico rispetto ad altri anni, ma la squadra è competitiva. Abbiamo tutti gli strumenti per lottare su più fronti. I ragazzi lavorano duramente, si mettono in discussione ogni giorno e questo è fondamentale per ottenere successi. La mia parola chiave? Il rispetto. È una componente che non può mancare se si vogliono avere grandi risultati".
Guardando al futuro, Jimenez non nasconde il suo sogno: "Mi piacerebbe allenare nel rugby anglosassone. È un ambiente che mi ha sempre incuriosito. Hanno identità, serietà e passione. Sono unici. Nella vita mai dire mai".
Victor Jimenez è un uomo che ha fatto del rugby la sua vita, un viaggio che lo ha portato dall’Argentina all’Italia, passando dalla carriera da giocatore a quella da allenatore. Ora, alla guida del Petrarca Rugby, vuole vincere, regalando ai neri il secondo Scudetto consecutivo. Prima di tutto, però, valori e ideali chiari: rispetto tra le persone e spogliatoio compatto: con questa ricetta il Petrarca vuole, nuovamente, scrivere la storia.