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Claudia Borsato: il ponte tra sport e scuola dell’Orange1 Basket Bassano

La responsabile accademica racconta un percorso di crescita e formazione che va oltre il canestro

Claudia Borsato: il ponte tra sport e scuola dell’Orange1 Basket Bassano

Claudia Borsato, responsabile accademica Orange1 Basket Bassano

“I canestri sono uguali ovunque, ma quello che cambia sono le persone che ci stanno intorno”. Questa semplice frase rappresenta l’ideale della missione di Claudia Borsato, responsabile accademica dell’Orange1 Basket Bassano. Accompagnare i ragazzi nel loro percorso ed essere un ponte pieno di umanità tra lo sport e la scuola. Quando parla dei giovani le brillano gli occhi e la voce si fa piena di orgoglio: "Per i giocatori dell’Orange voglio essere un riferimento, un porto sicuro per i momenti difficili, una guida”.

Con dieci anni di esperienza nell’Orange1 Basket Bassano, Claudia Borsato non è solo una figura chiave nella gestione del settore giovanile, ma anche un florido esempio di come lo sport possa essere un potente veicolo di crescita, non solo atletica ma anche, e soprattutto, umana: “Mi sento parte dell’Orange1 come se fosse una famiglia”, racconta Claudia, che oltre a gestire l’aspetto scolastico degli atleti, è anche moglie del presidente della società. “Tutto è iniziato quando lavoravo nella scuola e mi sono resa conto che molti atleti avevano bisogno di un supporto durante il loro percorso. Così è iniziata questa avventura”.

Nasce così una “rete” fatta di relazioni costanti e di un lavoro di mediazione tra i due mondi. Ogni giorno si occupa di monitorare le performance scolastiche degli atleti, di intervenire con i professori quando ci sono difficoltà in alcune materie e di supportare i ragazzi nella gestione del tempo tra allenamenti e studio. “La parola chiave è flessibilità. I giovani devono sapersi organizzare e programmare i loro impegni. Non possono mettere il gioco prima dello studio. Devono imparare a gestire entrambe le cose”, spiega.

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Borsato sottolinea l’importanza di far sentire i ragazzi “considerati e importanti”, creando un ambiente dove possano sentirsi ascoltati anche quando non si parla di basket. “La flessibilità è fondamentale, ma ancor di più lo è il sentirsi accolti, avere la sensazione che ci sia un adulto pronto ad ascoltare e comprendere anche le loro paure più remote. Quando riescono a trovare in noi una figura di riferimento, anche in campo diventano più sereni”, afferma.

Claudia racconta la storia di Alexa, un ragazzo serbo che ha affrontato grandi difficoltà linguistiche e culturali, ma che è riuscito a superare gli ostacoli. “Una volta gli ho parlato in modo duro, gli ho detto di smettere di chiudersi come un riccio. Non capiva la metafora e ci siamo messi a ridere. Ho capito che aveva una mappa mentale diversa dalla mia e così mi sono avvicinata a lui. Il ragazzo poi è riuscito a integrarsi e a trovare l’equilibrio tra sport e scuola”, racconta con un sorriso.

Il suo grande sogno è che questi ragazzi un giorno la contattino per dirle “grazie”: “Mi renderebbe felice ricevere un messaggio con scritto ‘grazie, Claudia’, vuol dire che sto facendo qualcosa che ha un senso”, afferma emozionata.

Per Claudia, l’Orange1 Basket Bassano è più di una semplice società sportiva. È un luogo dove può mettere in gioco le sue capacità, imparare, sbagliare e crescere insieme ai ragazzi. “Orange è una parte di me, è lo sfondo della mia vita, mi permette di essere me stessa. Lavorare in questo ambiente mi fa sentire viva, mi permette di essere in relazione con i ragazzi e di aiutarli a diventare non solo bravi atleti, ma anche persone migliori”.

Cuore e umanità, ma soprattutto professionalità. Claudia Borsato è il ponte tra sport e scuola di cui i ragazzi dell’Orange hanno bisogno. Nell’universo arancionero, se non ci fosse, dovrebbero inventarla.

Stefano Parpajola

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