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Vicenza. Il Comune entra nella “Comunità energetica solidale” fondata dalla Diocesi: un matrimonio laico per il bene comune

Vicenza avvia le comunità energetiche: A-Certa e Fondazione energia solidale operative, il comune si allea con la Diocesi per pannelli solari sui beni comunali per ridurre l'inquinamento e finanziare progetti di solidarietà

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Foto di repertorio

Sulla carta ne stanno nascendo un po’ ovunque anche nella nostra provincia, ma quelle operative a Vicenza, per ora, sono: A-Certa, che fa capo a Confartigianato, e Fondazione energia solidale ETS, iscritta al Runts (Registro nazionale Terzo settore), costituita il 16 dicembre dello scorso anno dalla Diocesi di Vicenza con altri due enti diocesani: la Fondazione Caritas e l’Ente Casa del Clero. Entrambe sono state fondate nel 2024 e sono pertanto già operative ormai da un anno.

Anche il Comune di Vicenza all’inizio di quest’anno ha attivato un percorso partecipativo per la creazione di una propria Cer, entità che rappresenta oggi una priorità strategica per gli enti locali, affidandosi a realtà specializzate nel settore per verificarne la fattibilità. L’idea è quella di sfruttare luoghi di proprietà comunale — immobili, aree parcheggio e altro — dove posizionare i pannelli solari. Obiettivo: stimolare, anche tramite i consigli di quartiere, la partecipazione attiva di cittadini, enti, associazioni e imprese, raccoglierne le manifestazioni di interesse, i dati di produzione e di consumo di energia.

Il colpo di scena, se così si può definire, è arrivato alla fine di ottobre con l’approvazione da parte del Consiglio comunale di una delibera che sancisce l’adesione dell’amministrazione, in qualità di socio partecipante, alla Fondazione energia solidale ETS della diocesi.

Un “matrimonio” laico, se così si può definire, che toglie parecchie castagne dal fuoco alla giunta guidata dal sindaco Giacomo Possamai: fatti i conti, insomma, deve essere sembrato più snello e conveniente creare una partnership con la Diocesi, già all’opera con la propria Cer che ha già avviato studi di fattibilità, individuato siti idonei per la produzione di energia rinnovabile e attivato collaborazioni con esperti del settore. L’obiettivo comune è quello di fare massa critica unendo Chiesa, con parrocchie e fedeli da una parte, e Amministrazione, con consigli di quartiere e cittadini dall’altra, per il Bene Comune, che tradotto significa meno inquinamento, meno polveri sottili, sostenibilità ambientale e, in caso di utili della nuova Cer, vista la sua denominazione sociale (“Fondazione energia solidale ETS”), finanziare progetti di solidarietà. Il coinvolgimento del Comune sarà regolato da uno specifico protocollo, ma l’amministrazione non potrà entrare come socio fondatore, in quanto non ammesso nel caso la forma giuridica della Cer sia quella di ente del Terzo settore, qual è quella Diocesi.

   

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