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Morto Giorgio Napolitano, fu il primo ex comunista Presidente della Repubblica

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Morto Giorgio Napolitano, fu il primo ex comunista Presidente della Repubblica, forte il suo rapporto con il Veneto

La foto da Presidente della Repubblica di Giorgio Napolitano
La foto da Presidente della Repubblica di Giorgio Napolitano

Roma, 22 settembre 2023 – Lutto in Italia, si è spento a Roma Giorgio Napolitano, uno dei più illustri politici italiani del XX e XXI secolo. L’ex Presidente della Repubblica, figura di spicco della politica nazionale, è deceduto all’età di 98 anni, lasciando un vuoto profondo nella storia del Paese.

Nato a Napoli il 29 giugno 1925, Giorgio Napolitano proveniva da una famiglia di radici nobili e aveva ereditato il talento e l’attitudine al servizio pubblico da suo padre Giovanni Napolitano, un avvocato liberale e poeta. Dopo aver completato la sua educazione al Liceo Classico Umberto I di Napoli e al liceo classico Tito Livio di Padova, intraprese la sua formazione universitaria presso l’Università Federico II di Napoli, dove si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza.

L’inizio dell’attività politica

La sua carriera politica ebbe inizio nel 1944 quando entrò in contatto con il gruppo di comunisti napoletani, tra cui spiccava il nome di Mario Palermo. Questi incontri furono determinanti per l’adesione di Napolitano al Partito Comunista Italiano l’anno successivo. Il giovane Napolitano si distinse rapidamente, diventando segretario federale del partito a Napoli e Caserta nel 1947. Nel 1947 si laureò in giurisprudenza con una tesi di economia politica che trattava del mancato sviluppo industriale del Mezzogiorno dopo l’Unità e la legge speciale per Napoli del 1904.

Il suo impegno politico crebbe costantemente nel corso degli anni. Nel 1953 fu eletto deputato nella circoscrizione di Napoli, incarico che mantenne fino al 1996, ad eccezione della IV legislatura. Durante questi anni, Napolitano divenne una figura di spicco all’interno del PCI, diventando responsabile della commissione meridionale del Comitato centrale e membro della direzione nazionale del partito a partire dall’VIII Congresso del 1956. La sua ascesa politica fu fortemente influenzata dal sostegno di Palmiro Togliatti, che lo appoggiò nella creazione di una nuova e più eterogenea dirigenza centrale.

Negli anni ’60, Napolitano ricoprì importanti incarichi all’interno del PCI, tra cui la responsabilità della sezione lavoro di massa e la carica di segretario della federazione comunista di Napoli dal 1963 al 1966. Nel 1966, divenne anche vicesegretario di fatto del partito insieme a Luigi Longo.

I rapporti con gli altri paesi

La sua influenza si estese anche all’estero, dove Napolitano tenne conferenze presso istituti di politica internazionale nel Regno Unito, in Germania e persino negli Stati Uniti. Nel 1978, divenne il primo dirigente del Partito Comunista Italiano a ricevere un visto per recarsi negli Stati Uniti, dove tenne conferenze nelle università di Aspen, Colorado, e Harvard.

Nel corso degli anni ’70, Napolitano si occupò della politica economica del partito e cercò di mantenere aperta la possibilità di un confronto e di una possibile convergenza con il PSI, mantenendo i contatti con il socialismo europeo e italiano. Alla morte di Enrico Berlinguer, fu considerato come uno dei possibili successori alla Segreteria del Partito, ma alla fine fu Alessandro Natta a prendere il suo posto.

Dopo il crollo dell’URSS, il passaggio alla socialdemocrazia e tangentopoli

Nel 1992, Napolitano fu eletto presidente della Camera dei Deputati, svolgendo un ruolo chiave durante la cosiddetta “legislatura di Tangentopoli“. La sua presidenza fu caratterizzata da un forte impegno nella gestione delle relazioni tra magistratura e politica, durante un periodo in cui la fiducia nell’autorità pubblica era in declino.

Presidente della Repubblica

Il 10 maggio 2006, dopo quattro votazioni, Giorgio Napolitano fu eletto l’undicesimo Presidente della Repubblica Italiana. Fu il primo ex membro del PCI a raggiungere la più alta carica istituzionale del Paese e il primo proveniente da un gruppo parlamentare dopo la caduta della Prima Repubblica. Durante il suo mandato, concesse la grazia a Ovidio Bompressi e fu presente all’Olympiastadion di Berlino durante la vittoria dell’Italia nel campionato mondiale di calcio del 2006.

La sua leadership fu così apprezzata che, il 20 aprile 2013, fu rieletto alla presidenza per un secondo mandato. Questo lo rese il primo presidente della Repubblica italiana a essere eletto per un secondo mandato nella storia del Paese. Con la sua saggezza e esperienza, contribuì a guidare l’Italia attraverso periodi di incertezza politica.

Nel 2015, Napolitano decise di dimettersi dalla carica di Presidente della Repubblica a causa delle difficoltà legate all’età. Tuttavia, non si ritirò dalla vita politica e rimase attivo come senatore a vita.

Vicinanza al Veneto, anche Zaia lo rimpiange

Nel corso della sua carriera politica, Giorgio Napolitano ha dimostrato una straordinaria dedizione al servizio pubblico e una profonda intelligenza politica. Il suo contributo alla politica italiana e internazionale rimarrà indelebile nella storia del Paese. È noto anche per essere stato molto legato al Veneto, regione in cui ha studiato e in cui ha intrattenuto sincere amicizie con esponenti comunisti locali.
Anche Luca Zaia ha affidato in una nota stampa le sue condoglianze, pochi minuti dopo la sua morte: “Ho avuto modo di incontralo in più occasioni durante le sue visite in Veneto e sempre, con la sua cortesia, faceva risaltare un interesse vivo per la nostra Regione“.

 

Enrico Caccin

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