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Vinitaly
08.04.2025 - 11:27
Foto di repertorio
Il futuro del vino italiano parla giovane. Sono ben 5.500 gli under 35 che hanno scelto di investire nella viticoltura, facendo del settore uno dei più attrattivi tra le nuove generazioni di imprenditori agricoli. A confermarlo è uno studio del Centro Divulga, presentato in occasione di Vinitaly alla “Casa Coldiretti”, durante una speciale degustazione dei vini prodotti dalla Generazione Z.
I giovani vignaioli si distinguono per una visione imprenditoriale moderna e consapevole: riscoprono vitigni antichi, puntano su biodiversità e qualità, rafforzano il legame con il territorio attraverso la vendita diretta e i mercati locali. Ma soprattutto, guardano oltre confine: quasi uno su tre esporta i propri vini, superando di gran lunga la media nazionale, che si attesta su un’azienda su cinque.
Questa nuova ondata di imprenditorialità è spinta dalla crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale e dall’uso strategico del digitale. I social media diventano strumenti chiave per raccontare il proprio prodotto, il territorio e i valori che lo animano, mentre le competenze di marketing si affinano, aprendo nuovi mercati e fidelizzando un pubblico sempre più attento.
Non mancano neppure le iniziative innovative: oltre il 70% dei giovani viticoltori porta avanti attività multifunzionali, dalla trasformazione in azienda all’enoturismo, fino a esperienze originali come la vinoterapia. Un fermento che non solo rilancia la cultura del vino italiano, ma la trasforma in un motore di sviluppo economico, sociale e culturale.
Tuttavia, l’orientamento verso l’export comporta anche delle sfide: i giovani produttori si trovano oggi più esposti ai rischi di instabilità internazionale, tra dazi e tensioni commerciali. Ma il loro dinamismo, unito alla passione per l’innovazione e il territorio, sembra indicare chiaramente la rotta: il vigneto del domani sarà giovane, digitale e globale.
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