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Il ricordo di Giulia Cecchettin

Premio di Laurea Giulia Cecchettin, Gino torna sulla sentenza: "Le motivazioni sono state per noi un dolore su dolore"

Premiata la studentessa Chiara Arnoldi

Gino Cecchettin

Gino Cecchettin

È Chiara Arnoldo, giovane laureata trentina del Dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internazionali dell'Università di Padova, ad aggiudicarsi il Premio di Laurea intitolato a Giulia Cecchettin, promosso da Donne Coldiretti. La tesi di Arnoldo, dal titolo "Technology-facilitated intimate partner violence in Italy, The role of education in preventing abusive behaviours in intimate relationships", ha affrontato con sensibilità e rigore il tema della violenza di genere, in particolare quella facilitata dalle nuove tecnologie.

Alla cerimonia, che si è svolta oggi, hanno partecipato la professoressa Gaya Spolverato, delegata alle Politiche per le Pari Opportunità dell'Università di Padova e presidente della commissione valutatrice, Valentina Galesso, presidente di Donne Coldiretti Veneto, Alessandra Pulvirenti, componente della commissione, nonché Gino Cecchettin, papà di Giulia e presidente della Fondazione a lei dedicata e Andrea Camerotto, zio della giovane.

"Questo premio nasce grazie alla disponibilità dei nostri associati di Campagna Amica, impegnati a sensibilizzare la popolazione su un tema così delicato", ha dichiarato Valentina Galesso. "Vogliamo seminare il bene per migliorare la società con la stessa determinazione che contraddistingue noi agricoltori".

Oltre trenta i lavori esaminati dalla commissione, come ha sottolineato la professoressa Spolverato: "Abbiamo visto un impegno molto approfondito e una crescente sensibilità, soprattutto tra le nuove generazioni, su temi così rilevanti". La premiazione di Arnoldo ha voluto essere anche un segno di speranza per il futuro, con un messaggio che sottolinea l’importanza dell'educazione nella prevenzione della violenza di genere.

Emotivamente coinvolgente è stato l'intervento di Gino Cecchettin, il padre di Giulia, che ha espresso il proprio dolore per la sentenza a carico di Filippo Turetta, il condannato per la morte della figlia. "Le motivazioni della sentenza sono state per noi un dolore su dolore, non ci aspettavamo certe motivazioni", ha detto Cecchettin, ma ha aggiunto: "Oggi siamo qui per un motivo positivo. La fondazione che abbiamo creato da pochi mesi rappresenta una forma di attività proattiva, per non restare prigionieri del dolore".

Andrea Camerotto, zio di Giulia, ha invece espresso preoccupazione in merito a possibili permessi dal carcere per Turetta. "Spero che questa ipotesi non si concretizzi mai", ha dichiarato, aggiungendo che se ciò dovesse accadere, sarebbe compito dell’uomo mantenere una distanza definitiva dalla loro famiglia.

Il premio, che si rinnova ogni anno in memoria di Giulia Cecchettin, si conferma come un momento significativo per riflettere sulla violenza di genere e sull'importanza della prevenzione, in particolare tramite l'educazione delle nuove generazioni.

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