Venezia si mobilita per Alberto Trentini: corteo acqueo lungo il Canal Grande

Remiere storiche e cittadini in barca da Santa Chiara a San Marco

Alessia Scarpa

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12.05.2025 - 08:26

Alberto Trentini

Un lungo e silenzioso corteo di barche ha solcato ieri il Canal Grande, da Santa Chiara fino al bacino di San Marco, per lanciare un messaggio forte e chiaro: libertà per Alberto Trentini. Il 45enne cooperante veneziano, originario del Lido, si trova da mesi in carcere in Venezuela, privo di accuse formali e in un limbo giudiziario che ha destato preoccupazione internazionale. Ad accompagnare l’iniziativa, una straordinaria partecipazione di amici, semplici cittadini e rappresentanti delle remiere storiche veneziane, uniti in una manifestazione di solidarietà che ha fatto vibrare il cuore della città lagunare. Il corteo si è concluso con un gesto carico di significato: l’alzaremi, la tradizionale alzata dei remi al cielo, per rendere omaggio ad Alberto e far sentire alla sua famiglia il calore e il sostegno della comunità. L’iniziativa, nata spontaneamente tra conoscenti e sostenitori del cooperante, ha voluto anche tenere accesi i riflettori su una vicenda che rischia di essere dimenticata. Trentini, da anni impegnato in progetti umanitari all’estero, è detenuto senza accuse ufficiali, in condizioni ancora poco chiare, con la diplomazia italiana al lavoro ma finora senza risultati concreti.

Un lungo e silenzioso corteo di barche ha solcato ieri il Canal Grande, da Santa Chiara fino al bacino di San Marco, per lanciare un messaggio forte e chiaro: "libertà per Alberto Trentini". Il 45enne cooperante veneziano, originario del Lido, si trova da mesi in carcere in Venezuela, privo di accuse formali e in un limbo giudiziario che ha destato preoccupazione internazionale.

Ad accompagnare l’iniziativa, una straordinaria partecipazione di amici, semplici cittadini e rappresentanti delle remiere storiche veneziane, uniti in una manifestazione di solidarietà che ha fatto vibrare il cuore della città lagunare. Il corteo si è concluso con un gesto carico di significato: l’alzaremi, la tradizionale alzata dei remi al cielo, per rendere omaggio ad Alberto e far sentire alla sua famiglia il calore e il sostegno della comunità.

L’iniziativa, nata spontaneamente tra conoscenti e sostenitori del cooperante, ha voluto anche tenere accesi i riflettori su una vicenda che rischia di essere dimenticata. Trentini, da anni impegnato in progetti umanitari all’estero, è detenuto senza accuse ufficiali, in condizioni ancora poco chiare, con la diplomazia italiana al lavoro ma finora senza risultati concreti.