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Politica
30.07.2025 - 09:13
Andrea Martella
«Doveva essere il governo Meloni a costruire un dialogo credibile con l’amministrazione Trump. Doveva essere la Commissione Europea a trattare da pari. Invece, ci troviamo di fronte a un clamoroso fallimento della politica commerciale europea». È duro il giudizio di Andrea Martella, senatore e segretario regionale del Partito Democratico del Veneto, che attacca l’esecutivo italiano e la Commissione guidata da Ursula von der Leyen dopo l’intesa raggiunta con Washington sul nodo dei dazi.
L’accordo, che prevede l’imposizione di tariffe del 15% su una lunga lista di beni esportati dall’UE, è stato presentato come un compromesso necessario per evitare misure ancora più pesanti. Ma secondo Martella si tratta di una “resa mascherata”, che rischia di pesare in maniera devastante sull’economia del Nord-Est. Le prime stime parlano infatti di una riduzione dell’export manifatturiero veneto del 10%, pari a oltre 700 milioni di euro.
«Gli analisti sono chiari: questo patto è frutto di un’impostazione negoziale fragile e confusa. L’esecutivo Meloni ha inseguito l’illusione di una speciale intesa con Trump, rinunciando a difendere davvero il nostro interesse nazionale. E la Commissione, che avrebbe dovuto guidare con autorevolezza, si è rivelata del tutto impreparata», accusa il senatore dem.
Nel mirino anche la mancanza di misure a tutela delle imprese italiane, già provate da inflazione, caro energia e instabilità geopolitica. «In questi giorni ho incontrato decine di imprenditori veneti: delusi, preoccupati, disorientati. Chiedono risposte, non slogan. Serve un pacchetto di interventi urgenti per attutire l’impatto dei dazi, una strategia industriale che punti alla diversificazione dei mercati e un ritorno a un’impostazione europea seria, come quella tracciata da Mario Draghi», continua Martella.
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