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Calcio. Stadio Euganeo, aggiornamento inchiesta

Inchiesta Euganeo: le verità di uno degli stadi più discussi d'Italia

Le tre versioni di tifosi, Comune e Calcio Padova: pronti al via i lavori con tante novità all'orizzonte

Euganeo

Vista notturna dello stadio Euganeo

L'inchiesta Euganeo scava nelle problematiche di uno degli stadi più discussi d'Italia. La ricostruzione su quanto è avvenuto in questi anni e le novità riguardanti l'imminente inizio dei lavori di restauro dell'impianto.

L’Euganeo è il racconto di un amore mai sbocciato, di un legame mai nato tra uno stadio e la sua gente. Inaugurato nel 1994, suscitò presto aspre polemiche nell’ambiente. Il problema? La sua aura non era paragonabile alla magia che il vecchio Appiani emanava. Il tutto, dunque, nacque da un problema di sentimento, con la difficoltà di lasciare il bello, ma antico, ed aprirsi al nuovo, ma brutto. Oltre al cuore ferito, però, i tifosi del Padova hanno dovuto convivere con altri disagi difficili da digerire.

1. Mobilità. L’Appiani era facile da raggiungere in quanto collocato nel centro cittadino. L’Euganeo, invece, si trova nelle immediate vicinanze della tangenziale ovest: viene, per questo motivo, chiamato “Cattedrale nel deserto”; intorno, infatti, c’è il nulla. Questa lontananza dal cuore pulsante patavino lo rende scomodo, e secondo i tifosi, difficile da raggiungere: mancano i collegamenti adeguati. L’Assessore al Comune di Padova Diego Bonavina, però, presenta un’altra versione: “Le persone che si lamentano non sanno che c’è un autobus che porta nei pressi dello stadio. Il servizio è attivo da più di un anno. La progettualità futura di creare nuove linee è determinata dall’utilizzo che se ne fa. Se ci rendessimo conto di tale necessità saremmo i primi a mobilitarci. Ma il bus per l’Euganeo è vuoto; era nato anche il servizio navette che dalla stazione portava allo stadio: era inutilizzato. I collegamenti ci sono”, ha concluso l’Assessore.

2. La Curva Sud. Il tifo organizzato patavino ha vissuto una sorta di epopea, migrando di “casa in casa” senza mai trovare una vera sistemazione. Così è arrivata la decisione di disertare le partite casalinghe durante la stagione in corso. Gli ultras del Padova, infatti, sono partiti dalla Tribuna Fattori, poi è nata la Curva Sud, dove si sono trasferiti; ancora un ritorno alla Fattori, fino all'ultimo periodo in Est, con l'eterna attesa della nuova curva: così è esplosa la protesta. Nel merito si è così espresso il patron del club Joseph Marie Oughourlian, che è tornato a parlare alla stampa prima della partita contro la Giana Erminio: "Che senso ha uno sciopero di un anno in casa, mentre vanno in trasferta, arricchendo gli altri club? Noi perdiamo 200.000 euro con questa protesta. È davvero una cosa che mi lascia sbalordito".
La questione, secondo Bonavina, giungerà ad un lieto fine: “L’amministrazione è al lavoro; capisco la delusione. Le opinioni vanno rispettate, ma la nostra volontà è quella di continuare l'opera. Dimostreremo con i fatti. Completeremo il tutto e costruiremo anche due palazzetti (basket, 1100 spettatori e il polifunzionale, 900). Ci siamo presi un impegno con la città e lo porteremo avanti. Una data? Nel mese di marzo ripartono i lavori. Il Padova in Serie B con la curva nuova? Speriamo che entrambi i sogni si possano realizzare". La risposta di Oughourlian è stata molto decisa: "Sulla questione curva, non so più cosa dire. Ci ha provocato un danno enorme e la tifoseria organizzata l’ha presa come pretesto per non venire allo stadio. Una cosa assurda, mai vista. Io non posso fare di più. Vedrò il sindaco e chiederò spiegazioni", ha concluso l'armeno.



Ma cosa andò storto? Nel dicembre 2020 fu firmato un contratto di appalto con la ditta Esteel e il mese dopo ebbero inizio i lavori. Nel novembre 2022, a progetto non ancora ultimato, fu disposto il sequestro preventivo del cantiere per irregolarità commesse dall'impresa appaltatrice. Il tutto, dunque, si è fermato per anni: “Ci siamo trovati di fronte ad un’azienda che ha gestito in modo pessimo il cantiere", ha aggiunto Bonavina. “Ora proseguiremo la nostra missione”.

3. Hospitality. L’atmosfera di deserto dello Stadio Euganeo è data anche dalla mancanza di iniziative commerciali attorno all’impianto: sono assenti shop legati alla vendita di magliette, sciarpe o gadget. Mancano strutture ricreative, come bar, ristoranti o luoghi di ritrovo. Per quanto riguarda questo aspetto il Comune ha poco spazio di manovra: “La parte commerciale non è di nostra competenza; il Padova, così come tutti gli operatori commerciali interessati, è libero di agire.  La posizione biancoscudata, riportata da Gianni Potti, consigliere con delega alla comunicazione e relazioni esterne, è questa: “Abbiamo i nostri shop in città. Se qualcuno vuole mettersi fuori dallo stadio e vendere qualcosa è il benvenuto. Perché nessuno si fa più avanti? Siamo aperti a parlarne, ma l’iniziativa deve venire da un privato. Attendiamo un passo. In questi anni c’è stato il vuoto attorno".

4.Le novità. L'incontro tra società e comune a Palazzo Moroni di fine febbraio, intanto, ha fatto chiarezza su come si agirà per rendere l'Euganeo più appetibile: la pista di atletica sarà sostituita con erba sintetica. Si parla poi di almeno 2mila nuovi seggiolini e di una nuova illuminazione, oltre che alla ristrutturazione dei bagni. Ci sarà poi una nuova recinzione esterna e una serie di altri piccoli ritocchi che per tribuna est, ovest e curva ospiti. E, ovviamente, dulcis in fundo, la famigerata Curva Sud verrà completata.

Intanto, tra detti e non detti, polemiche e vittorie sul campo, a Padova due sogni corrono in parallelo con la speranza di incontrarsi un giorno in un futuro più roseo: quello della Serie B in uno stadio degno del proprio nome.

Stefano Parpajola

Inchiesta Euganeo: le verità di uno degli stadi più discussi d'Italia

L'inchiesta Euganeo scava nella problematicità di uno degli stadi più discussi d'Italia. La ricostruzione su quanto è avvenuto in questi anni e le novità riguardanti l'imminente inizio dei lavori di restauro dell'impianto.

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