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Calcio. Serie C
08.04.2025 - 11:17
Stadio Euganeo, Padova-Lecco
È cominciata la stagione finale di questo campionato. Guardia e ladro si sono invertiti, è ora il Padova ad inseguire il Vicenza. Doveva essere un Die Hard all'Euganeo: vivere o morire. E così è stato: il Padova c'è e si dimostra anche duro a morire. Nuvole a Padova in un lunedì interlocutorio che non lasciava presagire cosa sarebbe stato del futuro. Si apriva il cielo verso fine giornata nell'avvicinarsi alla partita, quasi a dire di guardare ad uno spiraglio di luce, che non era ancora finita e che non bisognava avere paura. E a esorcizzare il tutto ci ha pensato Varas, piccolo funambolo dell'Ecuador, che prima salta più in alto di tutti e poi incanta con una trivela senza senso. É 2-0 al 10'. Per una volta, magari, ci si può un po′ annoiare e gestire tre punti che valgono oro. Ma no, non è questo il destino del tifoso padovano. Si arretra, ci si abbassa, spaventano i fantasmi di ciò che è stato. Gol. Ne mancano 15. Bisogna soffrire ancora. È di nuovo quel maledetto ultimo minuto. Palla in area, traversa, carambola; la palla sta lì, si trattiene il fiato e manca il respiro. Silenzio, confusione, di nuovo un rimpallo e sta volta palo. Si ferma il tempo. Urlo liberatorio. È stato il bacio del Santo. È finita. Il Padova è ancora vivo e guai a chi l'aveva dato per morto. Tre alla fine, il sogno continua.
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