sabato, 27 Aprile 2024
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Natale senza tregua a Gaza, un presepe di macerie a Betlemme

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La guerra a Gaza continua anche a Natale, a Betlemme allestito un presepe di macerie. Associazioni Umanitarie: “Situazione tragica, cessate il fuoco”

Il presepe tra le macerie a Betlemme
Il presepe tra le macerie a Betlemme

Niente regali per i bambini palestinesi, nemmeno per quei pochi sopravvissuti ai bombardamenti dell’esercito israeliano (IDF) sulla Striscia di Gaza.
Ancora una volta, infatti, a pagare il prezzo di questa “guerra” tra l’esercito del premier israeliano Netanyahu e l’organizzazione terroristica Hamas saranno gli ultimi, i più deboli. Sarà la popolazione civile palestinese stremata dall’occupazione israeliana e dalle condizioni di vita a cui è sottoposta, specie nella zona della striscia di Gaza, dove i bombardamenti recenti (più di 12mila bombe israeliane) si sommano alle serie carenze idriche, di medicinali, di cibo e di case.
Un presepe di macerie è stato allestito e installato vicino alla Chiesa della Natività a Betlemme per riecheggiare la devastazione nella Striscia di Gaza. «Siamo tornati al tempo di Gesù. Come allora c’era Erode che uccideva i bambini, la gente non sapeva dove andare, neanche la sacra famiglia aveva casa. Così stiamo vivendo. Con la morte nel cuore per le vittime da entrambe le parti e per la grave situazione economica che stiamo vivendo». Così si esprime Frate Rami Asakrieh è il parroco della chiesa cattolica di Betlemme, Santa Caterina. Anche Papa Francesco, nell’omelia di oggi, ha auspicato per la pace per le popolazioni palestinese ed israeliana.

Bombardamenti a Gaza, proteste ebraiche contro la guerra di Netanyahu

Se la critica principale fatta a chiunque si opponga alle scelte politiche del governo di estrema destra sionista guidato da Netanyahu è dare dell’antisemita, sicuramente questa argomentazione non è possibile nei confronti delle centinaia di migliaia di persone di fede ebraica scese in piazza per la Pace mobilitata da Jewish Voice For Peace. “Abbiamo visto in prima persona un genocidio, non possiamo sopportare che questo diventi una scusa per comportarsi allo stesso modo nei confronti di un altro popolo” commentano alcuni degli attivisti più anziani.
Questo perché sono più di 20mila le vittime civili palestinesi, metà di queste minorenni. Vittime di bombardamenti da parte dell’Esercito Israeliano che, testimoniano molti giornalisti :”ha bombardato molte zone della Striscia di Gaza che aveva indicato come sicure per i civili“.
Sembra che l’esercito israeliano abbia carta bianca sui comportamenti da tenere, cosa che li ha portati anche a sparare uccidendo tre ostaggi israeliani che erano usciti con la bandiera bianca. Nel frattempo, gli attacchi terroristici di Hamas colpiscono anche la popolazione israeliana, generando paura nelle città. Questo conflitto ha radici profonde e diverse prospettive su come risolverlo, spaziando dalle questioni territoriali e di sicurezza fino alle preoccupazioni umanitarie e ai diritti civili.

Bombardamenti a Gaza, una “guerra” anche di informazione

Anche sui principali media occidentali la questione viene semplificata spesso da errori “tragici”. Quando si confonde il Governo Palestinese con Hamas, si toglie il peso alle istituzioni palestinesi elette regolarmente, al Presidente Mahmūd Abbās ed al Primo ministro Mohammad Shtayyeh. Questa confusione porta a identificare tutti i civili palestinesi con pericolosi terroristi e a credere che questa guerra possa concludersi solo quando l’esercito israeliano avrà sterminato l’ultimo. Una visione miope e falsa perché allontana lo sguardo delle istituzioni mondiali dalla possibilità di una risposta politica a quella che ormai è definita dall’ONU come “crisi umanitaria” in atto a Gaza.

Di fronte ad una tragedia del genere sarà più difficile pensare di festeggiare qualcosa, in questi giorni. Sarà necessario continuare a mobilitarsi politicamente per la Pace.

Enrico Caccin

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