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Caso Trentini

Venezuela, Alberto Trentini riesce a telefonare alla famiglia: si apre uno spiraglio

La Farnesina: «Un segnale positivo, continuiamo a lavorare per il suo rilascio»

Venezuela, Alberto Trentini riesce a telefonare alla madre: si apre uno spiraglio

Trentini e la madre

Dopo oltre otto mesi di detenzione in Venezuela, Alberto Trentini ha finalmente potuto mettersi in contatto con la sua famiglia. Una telefonata attesa, avvenuta sabato scorso, che apre uno spiraglio di speranza per il cooperante veneziano arrestato lo scorso novembre mentre operava per la ONG Humanity & Inclusion.

A confermare la notizia è stato il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, che ha definito la telefonata «un passo avanti significativo» nella tutela dei diritti del detenuto e ha ribadito l’impegno della diplomazia italiana:

«A nome del Governo italiano esprimo sollievo per questo contatto. L’auspicio è che, grazie al lavoro diplomatico in corso, si possa arrivare a una liberazione quanto prima», ha dichiarato.

Negli ultimi mesi la famiglia Trentini, in particolare la madre, aveva rivolto appelli pubblici alle istituzioni italiane, chiedendo un intervento deciso per riportare a casa il 45enne. Una pressione che aveva trovato eco anche nella denuncia del silenzio istituzionale, con critiche rivolte direttamente alla premier Giorgia Meloni per l'assenza di prese di posizione sul caso.

Al momento non sono stati resi noti i dettagli della telefonata né le condizioni di salute di Alberto, ma il fatto che sia riuscito a comunicare con i suoi cari viene letto come un segnale di apertura da parte delle autorità venezuelane.

L’arresto di Trentini – che nel Paese sudamericano ricopriva il ruolo di responsabile di campo per progetti umanitari – resta ancora avvolto da molte incertezze, soprattutto in merito alle accuse a suo carico. Il governo italiano continua a lavorare dietro le quinte, in coordinamento con organizzazioni internazionali e partner europei, per ottenere chiarimenti e una soluzione diplomatica al caso.

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