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Cronaca
29.07.2025 - 10:00
Foto di repertorio
Quella che avrebbe dovuto essere solo una relazione finita si è trasformata in un vero e proprio incubo per una donna di 30 anni. Dopo la rottura, il suo ex fidanzato ha messo in atto una lunga serie di comportamenti persecutori, culminati con la diffusione di immagini intime della donna al suo attuale compagno.
Il tutto ha avuto origine nel 2024, quando l’uomo – non accettando la fine del legame sentimentale – ha iniziato a tempestarla di messaggi, spesso carichi di minacce e offese. In un crescendo di aggressività, ha quindi deciso di vendicarsi, inviando video e foto a sfondo sessuale, girati durante la loro relazione, al nuovo partner della donna.
Il comportamento ha gettato la trentenne in uno stato di profonda ansia e paura per la propria sicurezza personale, spingendola a rivolgersi ai Carabinieri. Da lì sono scattati gli accertamenti: il cellulare dell’uomo è stato sequestrato e il giudice ha emesso un divieto di avvicinamento e contatto. L’indagine, chiusa in tempi rapidi dalla Procura, ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio. Il soggetto dovrà ora rispondere di stalking e revenge porn davanti al giudice per l’udienza preliminare (GUP).
L’episodio di Casale sul Sile, purtroppo, non è un caso isolato. I dati del Servizio Analisi Criminale del Ministero dell’Interno indicano una crescita allarmante di questi reati: nel 2024 i casi di revenge porn sono aumentati del 6%, mentre quelli di stalking hanno fatto segnare un +4%. Le donne rappresentano la maggioranza assoluta delle vittime: oltre il 75% nei casi di stalking e il 65% in quelli di diffusione illecita di materiale sessualmente esplicito.
L’introduzione del Codice Rosso, nel 2019, ha reso più rapide le procedure per la tutela delle vittime, prevedendo pene severe: da 1 a 6 anni di reclusione e multe da 5.000 a 15.000 euro, sanzioni che si aggravano se il responsabile è un partner o ex, come avvenuto in questa vicenda.
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