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Cronaca, il commento
02.08.2025 - 12:00
Foto di repertorio
Un episodio di violenza sessuale aggravata ai danni di una ragazza di 17 anni ad Albarella ha scosso l’opinione pubblica e spinto il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) a intervenire con una nota che richiama le istituzioni a un’assunzione di responsabilità culturale, oltre che legale.
Secondo quanto riportato dagli organi di stampa, il presunto autore della violenza sarebbe un uomo di 44 anni, arrestato dopo accurate indagini delle forze dell’ordine. Il giudice ha disposto per lui gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, una misura cautelare che ha suscitato perplessità, soprattutto in relazione alla gravità dell’accusa e alla giovane età della vittima.
Il CNDDU, pur riconoscendo la correttezza procedurale e la presunzione d’innocenza, cardine dello Stato di diritto, sottolinea con forza la necessità di una risposta istituzionale più incisiva e coerente, capace di coniugare giustizia formale e responsabilità morale.
“Non si tratta solo di applicare la legge – spiegano i docenti – ma di farlo in modo che la società percepisca un messaggio chiaro: la tutela della dignità, soprattutto dei minori, è un valore non negoziabile".
L’episodio avvenuto ad Albarella non può, secondo il Coordinamento, essere ridotto a una pagina di cronaca nera: chiama in causa direttamente il mondo educativo e culturale, e la sua capacità di formare persone consapevoli dei limiti del rispetto reciproco e dei diritti fondamentali.
Nel loro intervento, i docenti sottolineano come la scelta di misure cautelari non detentive per reati così gravi rischi di incrinare il rapporto di fiducia tra cittadini e giustizia.
“La percezione di scarsa attenzione nei confronti delle vittime può generare sfiducia e rassegnazione. La giustizia deve saper parlare anche il linguaggio dell’etica pubblica e della pedagogia sociale".
Il CNDDU esprime solidarietà alla giovane e alla sua famiglia, ribadendo l’impegno per una scuola che educhi alla legalità, al rispetto e alla prevenzione della violenza in tutte le sue forme. E lancia un appello: rafforzare i protocolli di protezione per i minori e favorire una riflessione seria sulla necessità di integrare giustizia, educazione e cultura dei diritti umani.
“Non può esistere vera crescita – concludono – laddove viene calpestata l’integrità di una persona. E nessuna civiltà è degna di questo nome, se tace di fronte a simili ferite".
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