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Cronaca

Femminicidio Giada Zanola: Andrea Favero incastrato dalla confessione di un compagno di carcere

Rivelati i dettagli della confessione del camionista

Giada gettata dal cavalcavia, Andrea Favero rinviato a giudizio

Giada Zanola

Un colpo decisivo nell'inchiesta sul femminicidio di Giada Zanola è arrivato grazie alla testimonianza di un detenuto. Andrea Favero, il quarantenne camionista accusato dell'omicidio della compagna, è stato incastrato da un compagno di carcere che ha raccontato ai pubblici ministeri la confessione che Favero gli aveva fatto in diverse conversazioni durante le ore d'aria nel carcere Due Palazzi di Padova.

Il detenuto, un sessantanovenne già condannato per omicidio ed evasione e ora recluso a Rovigo, ha fornito un'importante ricostruzione dei fatti, che ha portato a nuovi sviluppi nel processo per il delitto, avvenuto il 24 maggio 2024 a Vigonza. Come riportato da Tgr Veneto, durante il dibattimento, il detenuto ha raccontato alla Corte d'Assise padovana le parole di Favero, che avrebbe dichiarato di aver ucciso Giada Zanola perché non riusciva più a sopportarla. "Diceva che l'aveva fatta fuori perché non la poteva vedere più. Lo aveva fatto perché lei lo tradiva e gli diceva che era un fallito", ha spiegato il detenuto.

La confessione di Favero ha continuato a essere dettagliata. Il detenuto ha ricostruito gli eventi della notte del delitto, spiegando che il camionista avrebbe sedato Giada con una sostanza e poi l'avrebbe trasportata sul cavalcavia dove l'ha gettata senza vita. "Mi ha detto che l'ha portata sul cavalcavia che era mezza tramortita. Le aveva dato qualcosa per dormire, poi l'ha caricata sul sedile dietro dell'auto, portata lì e buttata", ha raccontato.

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