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Politica
01.08.2025 - 10:25
Giovanni Manildo
Non è un’estate di vacanza per Giovanni Manildo, candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali in Veneto. In studio a Buongiorno Veneto, l’ex sindaco di Treviso ha tracciato i primi passi di una campagna elettorale già ben avviata e, soprattutto, molto concreta. Al centro, non gli avversari, ma i cittadini: giovani, anziani, imprese e diritti da ricostruire.
“Siamo al primo di agosto, ma non sappiamo ancora quando si voterà”, osserva con pacato realismo Manildo, riferendosi all’incertezza che aleggia nel centrodestra, ancora senza un candidato ufficiale e con la possibile lista Zaia a generare ulteriori tensioni. “Aspettiamo con rispetto, ma anche con una certa urgenza, che venga fissata una data. È un diritto dei cittadini sapere quando andranno alle urne”.
Mentre dall’altra parte si assiste a un “balletto” che somiglia più a un “rito di successione” – così lo definisce – da Roma verso Venezia, Manildo rivendica con orgoglio il percorso della propria coalizione: “Un’alleanza ampia e trasversale, nata dal basso, fatta di contenuti e non di nomi calati dall’alto. Finalmente si torna a parlare di politica che costruisce, non solo che conserva”.
Il punto di partenza della sua campagna è stato emblematico: non un palco, ma una mensa universitaria. Un simbolo, scelto non a caso, per affrontare uno dei nodi più urgenti del Veneto contemporaneo: l’esodo dei giovani talenti. “Le imprese mi raccontano di una difficoltà crescente nel trattenere ragazzi preparati. Il capitale umano formato qui, troppo spesso parte e non torna. Questo è un tema economico, non solo demografico”, spiega.
A suo avviso, le piccole e medie imprese venete sono state lasciate da sole. “Hanno resistito con le loro forze, ma oggi c’è bisogno di reti, digitalizzazione, intelligenza artificiale. La Regione deve fare da regista, creando un patto per lo sviluppo, con università, categorie, associazioni”.
Ma se l’attenzione ai giovani è centrale, lo è altrettanto quella agli anziani. “Siamo davanti a un’emergenza silenziosa: oltre 10.000 persone in lista d’attesa per entrare in RSA. Famiglie allo stremo, servizi insufficienti. Non possiamo continuare a ignorare chi ha costruito questa regione”.
Sul fronte sanità, la denuncia è altrettanto chiara: “Le liste d’attesa sono uno scandalo. Ho ascoltato storie drammatiche di persone che non riescono ad accedere alle cure, se non pagando. Questo va contro un principio basilare: il diritto alla salute deve essere universale. È un pilastro di civiltà, non una voce di bilancio”.
In chiusura, Manildo riflette sul senso profondo del suo impegno: “Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”.
E l’augurio finale è per tutti, ma con lo sguardo ben piantato sul lavoro da fare: “Buona estate a chi può goderla. Per me sarà intensa, ma ne vale la pena. Perché il Veneto ha bisogno di futuro, e io voglio aiutare a costruirlo”.
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