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Rugby. Serie A Elite

L'ultimo ballo della bandiera del Mogliano Rugby Giordano Baldino

Il classe 1997 saluta quella che è stata la sua casa dal 2016

L'ultimo ballo della bandiera del Mogliano Rugby Giordano Baldino

Giordano Baldino, @instagram Mogliano Rugby, Alfio Guarise

"Mi sono sentito a casa sin dal primo giorno". È con questa frase semplice e carica di significato che Giordano Baldino, seconda linea, classe 1997, racconta la fine del suo lungo viaggio con il Mogliano Rugby. Un rapporto iniziato nel 2016 e culminato oggi, dopo più di 135 presenze con la maglia biancoblu.

Giordano il rugby ce l’ha dentro da sempre. È cresciuto a Villorba, casa sua fino ai 18 anni. Poi l’Accademia della Nazionale a Parma e infine la chiamata di Mogliano. Un treno che Baldino ha preso al volo.

"Da subito sono stato al centro del progetto. Hanno puntato su di me. E io non li ho mai traditi, nemmeno nei momenti difficili. È stato uno scambio di amore reciproco".

Nel suo racconto si intrecciano un gran numero di emozioni vissute: "Non dimenticherò mai il giorno dell'esordio: ero giovane, la squadra era fortissima, poterci giocare fu un onore. Ricordo poi una salvezza sofferta ma indimenticabile oppure i play-off dell’anno scorso: la prima partita al Battaglini è stata una scarica di adrenalina pura".

La stagione appena conclusa, però, ha lasciato un po’ d’amaro in bocca. "Avevamo posto delle ottime basi l’anno scorso. Io credevo nei play-off. Ma la prima parte di stagione è stata dura. Non eravamo uniti, ci mancava fiducia e lavoro di gruppo. Poi con l’arrivo di coach Casellato c’è stata la svolta. Da lì siamo cresciuti molto".

Nel corso degli anni Giordano ha avuto modo di confrontarsi con tecnici e compagni che hanno lasciato il segno. Il primo è Darrel Eigner, il coach che lo lanciò giovanissimo: "Mi diede fiducia quando ancora dovevo dimostrare tutto." Poi Salvo Costanzo, sette anni di lavoro fianco a fianco: "Mi ha insegnato tanto, in campo e fuori".

E poi i compagni, come Trent Renata: "Il primo anno giocavo con lui. Quando decideva di vincere la partita, lo faceva. Era un fenomeno, la differenza si vedeva a ogni pallone toccato".

Per Baldino c'è stata anche la soddisfazione della fascia da capitano: "Ho sempre preteso tanto dagli altri e da me stesso. Abbiamo una responsabilità, ho sempre chiesto ai miei compagni di comportarci da professionisti".

Giordano in campo, infatti, è un combattente: "Sono un caparbio, ho sempre dato tutto. Prima ero più versatile, ma gli infortuni mi hanno cambiato, ho dovuto adattarmi, lavorare sulle fasi statiche. Non è stato facile, ma ci sono riuscito".

Ora, però, si aprirà un nuovo capitolo. "Sto cambiando vita: andrò a vivere a Miami, dove raggiungerò la mia ragazza. Anche dal punto di vista lavorativo ci saranno novità. Ma nel caso riuscissi a trovare una squadra nel rugby americano..."

Non sappiamo se il viaggio di Baldino con la palla ovale proseguirà sotto il sole californiano, ma una cosa è certa: la maglia di Mogliano gli resterà sempre cucita addosso e da queste parti non lo dimenticheranno facilmente.

Stefano Parpajola

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