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Extinction Rebellion blocca l’Interporto di Padova: protesta per Gaza e contro i legami economici con Israele

Attivisti incatenati ai cancelli, traffico paralizzato per ore

Treviso, piazza Borsa gremita per la manifestazione pro Gaza

Foto di repertorio

Mattinata ad alta tensione all’Interporto di Padova, dove oggi, mercoledì 2 ottobre, un gruppo di attivisti del movimento ambientalista e pacifista Extinction Rebellion ha dato vita a un’azione dimostrativa bloccando l’ingresso principale del polo logistico.

Alcuni manifestanti si sono incatenati ai cancelli, impedendo per diverse ore il passaggio dei mezzi pesanti in entrata e uscita. Altri attivisti hanno esposto bandiere palestinesi e intonato cori in sostegno a Gaza e alla Global Sumud Flotilla, con lo slogan: “Per la Palestina, blocchiamo tutto”.

Tensione con un camion, rischio investimento

Secondo quanto riferito da Extinction Rebellion in una nota diffusa a margine dell’azione, uno dei camion presenti non si sarebbe fermato, proseguendo la marcia verso i manifestanti incatenati. Questi, impossibilitati a spostarsi, hanno rischiato di essere investiti, denuncia il movimento.

La situazione ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine per ripristinare la sicurezza e garantire il flusso dei veicoli, rimasto interrotto per alcune ore in uno dei centri nevralgici della logistica regionale.

Le ragioni della protesta: “L’Interporto simbolo di complicità economica”

L’azione rientra in una più ampia campagna di pressione politica e civile che Extinction Rebellion sta portando avanti in diversi contesti italiani ed europei per chiedere la fine di ogni collaborazione economica con Israele, in particolare dopo l’escalation della crisi umanitaria a Gaza.

Gli attivisti ricordano che il 21 luglio scorso il Consiglio comunale di Padova ha approvato una delibera – con 17 voti favorevoli e 2 astensioni – che impegnava l’amministrazione a rivedere rapporti commerciali e istituzionali con soggetti legati allo Stato israeliano.

Secondo Extinction Rebellion, però, a tre mesi di distanza, nulla di concreto sarebbe stato attuato: «Nessun accordo è stato ufficialmente revocato, non esiste una lista pubblica delle aziende coinvolte né criteri di monitoraggio chiari. E soprattutto non sono previste sanzioni per chi viola gli impegni presi», affermano in una nota.

Il significato della scelta: perché proprio l’Interporto

L’Interporto, secondo i manifestanti, rappresenta un luogo strategico della logistica padovana e simbolico per l’azione: «È l’emblema di una complicità economica che – accusano – continua a sostenere uno Stato che viola sistematicamente il diritto internazionale. La nostra azione è un modo per rompere il silenzio e chiedere coerenza tra parole e atti concreti».

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