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Caso Miteni
21.03.2025 - 16:26
Il tribunale di Vicenza
Con la chiusura della quarta settimana di udienze, il totale delle richieste di risarcimento nel processo Pfas in corso presso la Corte d'Assise di Vicenza ha raggiunto la cifra provvisoria di 200 milioni di euro. L’azione legale riguarda i danni ambientali e sanitari provocati dall’inquinamento da Pfas attribuito alla Miteni di Trissino.
Le ultime richieste presentate provengono dai gestori dei servizi idrici pubblici, che hanno avanzato pretese per un totale di 29 milioni di euro, di cui ben 21 solo da Viacqua. L’importo è legato ai costi sostenuti negli ultimi dodici anni per la costruzione di nuove infrastrutture idriche e, soprattutto, per l’installazione e la manutenzione dei filtri a carboni attivi, necessari per depurare l’acqua nella cosiddetta "zona rossa", l’area più colpita dalla contaminazione. Questi filtri devono essere sostituiti ogni 40 giorni per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento idrico.
Il numero delle parti civili continua a salire: ad oggi sono oltre 300, con l’ultima adesione arrivata da Legambiente, che ha avanzato una richiesta di risarcimento pari a 330mila euro.
Nel processo, i pubblici ministeri hanno formulato lo scorso 13 febbraio richieste di condanna per un totale di 121 anni di carcere nei confronti di 15 imputati, accusati di avvelenamento delle acque e disastro ambientale. La sentenza è attesa per la tarda primavera e potrebbe segnare un momento cruciale nella battaglia legale legata all’inquinamento da Pfas in Veneto.
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