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La polemica

Lettera aperta risponde al Sindaco di Cavarzere: "Non è la Flottilla il vero bersaglio, ma il diritto al dissenso"

Dura replica alle parole del primo cittadino, accusato di voler delegittimare scioperi e sindacati

Lettera aperta risponde al Sindaco di Cavarzere: "Non è la Flottilla il vero bersaglio, ma il diritto al dissenso"

Sindaco di Cavarzere Pierfrancesco Munari

Una lettera aperta indirizzata al Sindaco di Cavarzere Pierfrancesco Munari, accende il dibattito politico e sociale in città e oltre. Un testo accorato, firmato da cittadini e lavoratori, che prende posizione contro un intervento del primo cittadino ritenuto offensivo nei confronti di chi ha partecipato allo sciopero nazionale legato all’iniziativa della “Flottilla”.

Il Sindaco, secondo quanto riportato nella lettera, avrebbe contrapposto “la gente per-bene che lavora” a “quella per-male che blocca il Paese”, una dicotomia giudicata pregiudizievole e strumentale.

Una critica al linguaggio e al messaggio
“Usare la parola ‘gente’ senza un reale contesto sociale o politico significa dire tutto e niente – si legge nella missiva – e soprattutto ignorare la complessità di chi partecipa a uno sciopero, rinunciando a una giornata di salario per un principio e non per interesse personale.” I firmatari sottolineano come la partecipazione alla protesta sia stata ampia e consapevole, coinvolgendo una parte importante del mondo del lavoro: “Quella stessa Italia che ha salvato le fabbriche durante la guerra, costruito la Repubblica, scritto la Costituzione e contribuito al boom economico”.

Non solo protesta, ma memoria storica
La lettera non è solo una reazione a un’affermazione isolata, ma una difesa del ruolo storico del sindacato e del diritto allo sciopero, riconosciuto dalla Costituzione. “Non si sciopera solo per i salari – scrivono – ma anche per opporsi alle ingiustizie globali, per chiedere pace, dignità e rispetto del diritto internazionale”.

“Parole che non costruiscono dialogo, ma divisione”
Secondo gli autori della lettera, l’intervento del Sindaco non avrebbe avuto l’intenzione di aprire un dialogo, ma quella di “aizzare i bassi istinti dei social”, creando una contrapposizione sterile tra cittadini. Ma la vera accusa va oltre: “Non è la Flottilla il suo bersaglio, ma il sindacato stesso. Il suo attacco sembra finalizzato a delegittimare ogni forma di dissenso organizzato, riducendo lo sciopero a un atto inutile, quando invece è stato – e resta – uno strumento fondamentale di democrazia”.

Una difesa del diritto al dissenso
Il testo si chiude con un monito forte ma civile: “Sindacato e sciopero sono strumenti di progresso, non strumenti di disturbo. Sono la voce di chi non accetta supinamente il presente, ma cerca di costruire un futuro più giusto”.

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